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Dalla sommità di Torre Cerrano si apprezza tutta l’ampiezza del mare aperto. Il sollevarsi sulla linea dell’orizzonte fa apprezzare meglio la quantità di superficie sommersa di cui ancora poco, anzi pochissimo, conosciamo.
Viene spontaneo pensare agli ecosistemi marini e non si può fare a meno di pensare alla fauna ittica d’alto mare, alla simpatia delle tartarughe marine, alla bellezza dei delfini, alla particolarità dei pesci luna ed al fascino delle grandi balene.
Quando si parla di cetacei in Adriatico si pensa generalmente ai Delfini comuni (Delphinus delphis), ai Tursiopi (Tursiops truncatus) ed alle Stenelle (Stenella coeruleoalba), abbastanza comuni e conosciuti, specie gli ultimi, da chi ha avuto spesso a che fare con questo mare, ma non è da escludere la presenza di balene come il Capodoglio (Physeter catodon) o la Balenottera comune (Balaenoptera physalus) o di altri cetacei di grandi dimensioni come lo Zifio (Ziphius cavirostris) o il Grampo (Grampus griseus).
Nel Mediterraneo sono state osservate 21 specie di cetacei di cui 15 nei mari italiani. Le popolazioni regolarmente presenti, note per compiere in questi mari il loro intero ciclo vitale, sono almeno 8: Balenottera comune, Capodoglio, Zifio, Globicefalo, Grampo, Tursiope Stenella striata e Delfino comune; quasi tutte segnalate, alcune di frequente e altre in maniera eccezionale, anche in Adriatico.
L’area di Cerrano negli anni ’80 ha avuto una testimonianza diretta della presenza di grandi balene in Adriatico. Un Capodoglio adulto, in non buone condizioni di salute, venne a spiaggiarsi proprio all’ombra della Torre. Si cercò in tutti i modi di riportarla a largo ma, dopo un primo tentativo fallito per il ritorno dell’animale sulla stessa fascia di costa, l’enorme mole di questo bellissimo mammifero smise di respirare. Il museo ittico di Pescara ne conserva le spoglie.
I più anziani raccontarono che non era la prima volta che balene di così importanti dimensioni venivano avvistate o si arenavano nella zona di Torre Cerrano. Nonostante le profondità insolite per cetacei di queste dimensioni, resta per ora un mistero il motivo per cui queste acque siano così frequentate da questi nostri cugini del mare.
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