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La firma della Carta di Cerrano nel Parco Veneto del Delta del Po
-L’appuntamento di Pineto
L’8 luglio 2008, nella bellissima Villa Filiani di Pineto (Te) erano presenti rappresentanti di quasi tutte le aree protette della costa italiana: da Miramare di Trieste a Torre Guaceto nel brindisino, fino all’area del Salento, con il Delta del Po e le Riserve Naturali costiere abruzzesi, i parchi marchigiani e la Riserva della Sentina alla foce del Tronto. Presenti le maggiori associazioni ambientaliste nazionali (WWF, LIPU, Italia Nostra, Marevivo) e le più piccole locali (SOA, Anteo, Archeosub); le Università più interessate (Teramo, Chieti, Pescara, Ancona, Bologna e Salento) e i maggiori istituti di ricerca (CNR, CSC, ENEA, IZSA&M e ICRAM, quest’ultimo sia da Roma che da Chioggia).
Ci si incontrava in forma di autoconvocazione, con il coordinamento dell’AIDAP (Associazione Italiana Direttori e funzionari di Aree Protette) per stendere un documento di impegni condivisi delle aree protette costiere e marine dell’Adriatico volto ad attivare una più stretta collaborazione ed una programmazione congiunta delle attività per la tutela del nostro mare.
La necessità di attivare una stretta collaborazione tra le aree protette dell’Adriatico si sentiva già da anni in molte aree marine e costiere, per poter partecipare in forma congiunta ad attività di ricerca, nazionali ed internazionali, e per lo scambio di utili informazioni sulle forme gestionali; non ultma per la necessità di fare sistema affinchè forme di finanziamento euopeo potessero divenire fruibili anche da piccole realtà come gli orrganismi di gestione delle aree protette.
I temi e le problematiche affrontate l’8 di luglio a Pineto hanno spaziato dagli argomenti legati alla più stretta necessità di conservazione naturalistica fino alla condivisione di esperienze amministrative ed a problematiche legate ad uno sviluppo sostenibile nei settori della pesca e del turismo.
Molti gli argomenti di interesse comune affrontati dagli esperti: la migrazione dell’avifauna lungo le coste adriatiche (Adriano De Ascentiis, WWF-SOA); le aree preferite dagli uccelli pelagici in mare aperto (Paola Barbuscia, Marevivo); la gestione delle Zone di Protezione Biologica (Otello Giovanardi, ICRAM-Chioggia); gli spostamenti e la tutela di cetacei e tartarughe marine (Vincenzo Olivieri, Centro Studi Cetacei); i problemi della pesca nelle Aree Marine Protette (Pietro Giorgio Tiscar e Daniele Cargini, Università Teramo); l’effetto degli inquinanti trasportati dai fiumi sui molluschi (Carla Giansante, IZS A&M); le alternative alla pesca attraverso l’acquacoltura (Alessandra Paolini e Miriam Berti, IZS A&M); I sistemi di valutazione per l’efficacia di gestione nelle AMP (Carlo Franzosini, Shoreline Trieste); L’applicazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile (Lucia Naviglio, ENEA Roma).
Gli incontri di luglio si chiudevano con la stesura di un documento di indirizzi che veniva chiamato “Carta di Cerrano”, in onore sicuramente al luogo dove era stato concepito ma soprattutto per evidenziare come questo documento rappresenti la volontà di chi sul territorio opera quotidianamente e sente la necessità di coordinare il proprio lavoro con nuove realtà e differenti culture. L’aspetto, infatti, che più ha colpito chi si era recao a Pineto per la prima volta, è stato l’interesse convinto che da più parti, e persino da amministrazioni di differente colore politico, veniva rivolto alla nuova realta dell’Area Marina Protetta in fase di costituzione.
-La Carta di Cerrano
Nella sala conferenze dello splendido Giardino Botanico Litoraneo di Porto Caleri, nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po, il 26 settembre 2008, è stata ratificata la versione finale della Carta di Cerrano, come costruita dopo un intenso e duro lavoro coordinato da più parti per la definizione del testo definitivo.
Il testo finale rappresenta un insieme di valori da condividere, obiettivi da raggiungere e strategie da perseguire, in modo da attuare una reale collaborazione tra tutte le aree protette, di qualunque tipologia e forma, purchè marine e costiere del mare Adriatico.
Lungo l’intera costa italiana con la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina, il Montenegro, l’Albania, fino alla Grecia, tutte le aree protette potranno liberamente aderire sottoscrivendo la Carta di Cerrano purchè ne condividano valori ed obiettivi.
Nella prima ratifica hanno sottoscritto la "carta" almeno un'area protetta per ogni regione italiana che affaccia sul mare Adriatico. Ora la sottoscrizione è aperta a tutti gli organismi che abbiano a che fare con la gestione di aree su cui esiste una forma di protezione rivolta alla conservazione della biodiversità secondo le indicazioni emerse nel contesto internazionale.
Queste le aree protette che hanno già ratificato la Carta di Cerrano:
la Riserva Naturale Marina “Miramare” di Trieste e il Consorzio Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” di Pineto(Te), tra l’altro promotori dell'iniziativa; poi, il Parco Naturale Regione Veneto “Delta del Po” – Rovigo, il Parco Naturale Regione Emilia Romagna “Delta del Po” – Ferrara, la Zona di Tutela Biologica “Tegnue di Chioggia” - Venezia, la Riserva Naturale Regione Marche “Sentina” – Ascoli Piceno, la Riserva Naturale Regione Abruzzo “Calanchi di Atri” – Teramo, la Riserva Naturale Regione Abruzzo "Lecceta di Torino di Sangro” – Chieti, la Riserva Naturale Regione Abruzzo “Grotta delle Farfalle” - Chieti e la Riserva Naturale Marina “Torre Guaceto” – Brindisi.
Hanno infine aderito come supporto tecnico organizzativo: l'AIDAP-Associazione Italiana Direttori e funzionari Aree Protette e il WWF MedPO-Mediterranean Programme Office.
Preziosa si è rivelata l’assistenza tecnica del Programma Mediterraneo del WWF internazionale, grazie al quale si è riuscito a prendere contatto con tutte le aree protette marine e costiere dei tanti paesi che affacciano sull’adriatico.
La ratifica della Carta di Cerrano da parte delle aree protette anche degli altri paesi è la condizione essenziale perché, di fronte alla necessità di considerare il mare Adriatico un ecosistema unitario ed in forte difficoltà per l’intensa utilizzazione delle sue risorse, si possano creare davvero delle politiche di salvaguardia e gestione che siano credibili.
-Verso AdriaPAN–Adriatic Protected Areas Network
Il 6 ottobre 2008 a Barcellona, in Spagna, durante la Conferenza mondiale rivolta alla conservazione della natura organizzata dall'IUCN (IV World Conservation Conference - International Union for Conservation of Nature), la proposta Adriatica viene presentata al contesto internazionale. L’occasione è offerta dall'incontro sul tema delle collaborazioni internazionali in mediterraneo, fortemente voluto da molte organizzazioni tra cui la Federparchi italiana e il WWF francese, dal titolo “Speeding up the establishment of a coherent, representative and effectively managed ecological network of marine protected areas in the Mediterranean?".
E’ in quel contesto che prende corpo AdriaPAN-Adriatic Protected Areas Network, una rete di lavoro (net-work) stabile tra le aree protette dell’Adriatico che trova le sue basi nella Carta di Cerrano, che ne rappresenta infatti l’atto costitutivo, e che ha già oggi, ma lo avrà sempre più in futuro, il compito di costruire il contesto in cui si sviluppa il coordinamento delle attività; siano essi progetti o programmi di finanziamento, ricerche o iniziative di conservazione, scambi di informazione o eventi, e quant’altro verrà ad essere ritenuto utile dalle stesse aree protette che ne fanno parte.
Da sinistra:
Pietro D'ANGELO, Presidente della Riserva della Sentina-Marche; Camillo DE PALMA, Vicesindaco Rocca San Giovanni- Riserva Grotta delle Farfalle-Abruzzo; Maurizio SPOTO, Direttore Riserva Marina Miramare-Friuli V.Giulia; (alla firma) Piero MESCALCHIN, Responsabile Gestione Area Protetta Tegnue di Chioggia-Veneto; Emanuela FINESSO, Direttrice Parco Regionale Delta del Po-Veneto; Giacomo BENELLI, Delegato Parco Regionale Delta del Po-Emilia Romagna; Nerina ALONZO, Assessore Ambiente Pineto-Consorzio Gestione Area Marina Protetta Torre del Cerrano
Nella programmazione di carattere mondiale, da Johannesburg dove si è tenuta l’ultima Conferenza Mondiale per l’Ambiente (WSS), fino agli incontri tematici, tra cui l’ultimo a noi più vicino svoltosi alla FAO a Roma della Convenzione per la Diversità Biologica (CBD), si sta lavorando per far si che la politica delle aree protette, vista come una delle vie più valide per la salvaguardia del pianeta, sia indirizzata al funzionamento in rete delle stesse.
-L’appuntamento di Pineto
L’8 luglio 2008, nella bellissima Villa Filiani di Pineto (Te) erano presenti rappresentanti di quasi tutte le aree protette della costa italiana: da Miramare di Trieste a Torre Guaceto nel brindisino, fino all’area del Salento, con il Delta del Po e le Riserve Naturali costiere abruzzesi, i parchi marchigiani e la Riserva della Sentina alla foce del Tronto. Presenti le maggiori associazioni ambientaliste nazionali (WWF, LIPU, Italia Nostra, Marevivo) e le più piccole locali (SOA, Anteo, Archeosub); le Università più interessate (Teramo, Chieti, Pescara, Ancona, Bologna e Salento) e i maggiori istituti di ricerca (CNR, CSC, ENEA, IZSA&M e ICRAM, quest’ultimo sia da Roma che da Chioggia).
Ci si incontrava in forma di autoconvocazione, con il coordinamento dell’AIDAP (Associazione Italiana Direttori e funzionari di Aree Protette) per stendere un documento di impegni condivisi delle aree protette costiere e marine dell’Adriatico volto ad attivare una più stretta collaborazione ed una programmazione congiunta delle attività per la tutela del nostro mare.
La necessità di attivare una stretta collaborazione tra le aree protette dell’Adriatico si sentiva già da anni in molte aree marine e costiere, per poter partecipare in forma congiunta ad attività di ricerca, nazionali ed internazionali, e per lo scambio di utili informazioni sulle forme gestionali; non ultma per la necessità di fare sistema affinchè forme di finanziamento euopeo potessero divenire fruibili anche da piccole realtà come gli orrganismi di gestione delle aree protette.
I temi e le problematiche affrontate l’8 di luglio a Pineto hanno spaziato dagli argomenti legati alla più stretta necessità di conservazione naturalistica fino alla condivisione di esperienze amministrative ed a problematiche legate ad uno sviluppo sostenibile nei settori della pesca e del turismo.
Molti gli argomenti di interesse comune affrontati dagli esperti: la migrazione dell’avifauna lungo le coste adriatiche (Adriano De Ascentiis, WWF-SOA); le aree preferite dagli uccelli pelagici in mare aperto (Paola Barbuscia, Marevivo); la gestione delle Zone di Protezione Biologica (Otello Giovanardi, ICRAM-Chioggia); gli spostamenti e la tutela di cetacei e tartarughe marine (Vincenzo Olivieri, Centro Studi Cetacei); i problemi della pesca nelle Aree Marine Protette (Pietro Giorgio Tiscar e Daniele Cargini, Università Teramo); l’effetto degli inquinanti trasportati dai fiumi sui molluschi (Carla Giansante, IZS A&M); le alternative alla pesca attraverso l’acquacoltura (Alessandra Paolini e Miriam Berti, IZS A&M); I sistemi di valutazione per l’efficacia di gestione nelle AMP (Carlo Franzosini, Shoreline Trieste); L’applicazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile (Lucia Naviglio, ENEA Roma).
Gli incontri di luglio si chiudevano con la stesura di un documento di indirizzi che veniva chiamato “Carta di Cerrano”, in onore sicuramente al luogo dove era stato concepito ma soprattutto per evidenziare come questo documento rappresenti la volontà di chi sul territorio opera quotidianamente e sente la necessità di coordinare il proprio lavoro con nuove realtà e differenti culture. L’aspetto, infatti, che più ha colpito chi si era recao a Pineto per la prima volta, è stato l’interesse convinto che da più parti, e persino da amministrazioni di differente colore politico, veniva rivolto alla nuova realta dell’Area Marina Protetta in fase di costituzione.
-La Carta di Cerrano
Nella sala conferenze dello splendido Giardino Botanico Litoraneo di Porto Caleri, nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po, il 26 settembre 2008, è stata ratificata la versione finale della Carta di Cerrano, come costruita dopo un intenso e duro lavoro coordinato da più parti per la definizione del testo definitivo.
Il testo finale rappresenta un insieme di valori da condividere, obiettivi da raggiungere e strategie da perseguire, in modo da attuare una reale collaborazione tra tutte le aree protette, di qualunque tipologia e forma, purchè marine e costiere del mare Adriatico.
Lungo l’intera costa italiana con la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina, il Montenegro, l’Albania, fino alla Grecia, tutte le aree protette potranno liberamente aderire sottoscrivendo la Carta di Cerrano purchè ne condividano valori ed obiettivi.
Nella prima ratifica hanno sottoscritto la "carta" almeno un'area protetta per ogni regione italiana che affaccia sul mare Adriatico. Ora la sottoscrizione è aperta a tutti gli organismi che abbiano a che fare con la gestione di aree su cui esiste una forma di protezione rivolta alla conservazione della biodiversità secondo le indicazioni emerse nel contesto internazionale.
Queste le aree protette che hanno già ratificato la Carta di Cerrano:
la Riserva Naturale Marina “Miramare” di Trieste e il Consorzio Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” di Pineto(Te), tra l’altro promotori dell'iniziativa; poi, il Parco Naturale Regione Veneto “Delta del Po” – Rovigo, il Parco Naturale Regione Emilia Romagna “Delta del Po” – Ferrara, la Zona di Tutela Biologica “Tegnue di Chioggia” - Venezia, la Riserva Naturale Regione Marche “Sentina” – Ascoli Piceno, la Riserva Naturale Regione Abruzzo “Calanchi di Atri” – Teramo, la Riserva Naturale Regione Abruzzo "Lecceta di Torino di Sangro” – Chieti, la Riserva Naturale Regione Abruzzo “Grotta delle Farfalle” - Chieti e la Riserva Naturale Marina “Torre Guaceto” – Brindisi.
Hanno infine aderito come supporto tecnico organizzativo: l'AIDAP-Associazione Italiana Direttori e funzionari Aree Protette e il WWF MedPO-Mediterranean Programme Office.
Preziosa si è rivelata l’assistenza tecnica del Programma Mediterraneo del WWF internazionale, grazie al quale si è riuscito a prendere contatto con tutte le aree protette marine e costiere dei tanti paesi che affacciano sull’adriatico.
La ratifica della Carta di Cerrano da parte delle aree protette anche degli altri paesi è la condizione essenziale perché, di fronte alla necessità di considerare il mare Adriatico un ecosistema unitario ed in forte difficoltà per l’intensa utilizzazione delle sue risorse, si possano creare davvero delle politiche di salvaguardia e gestione che siano credibili.
-Verso AdriaPAN–Adriatic Protected Areas Network
Il 6 ottobre 2008 a Barcellona, in Spagna, durante la Conferenza mondiale rivolta alla conservazione della natura organizzata dall'IUCN (IV World Conservation Conference - International Union for Conservation of Nature), la proposta Adriatica viene presentata al contesto internazionale. L’occasione è offerta dall'incontro sul tema delle collaborazioni internazionali in mediterraneo, fortemente voluto da molte organizzazioni tra cui la Federparchi italiana e il WWF francese, dal titolo “Speeding up the establishment of a coherent, representative and effectively managed ecological network of marine protected areas in the Mediterranean?".
E’ in quel contesto che prende corpo AdriaPAN-Adriatic Protected Areas Network, una rete di lavoro (net-work) stabile tra le aree protette dell’Adriatico che trova le sue basi nella Carta di Cerrano, che ne rappresenta infatti l’atto costitutivo, e che ha già oggi, ma lo avrà sempre più in futuro, il compito di costruire il contesto in cui si sviluppa il coordinamento delle attività; siano essi progetti o programmi di finanziamento, ricerche o iniziative di conservazione, scambi di informazione o eventi, e quant’altro verrà ad essere ritenuto utile dalle stesse aree protette che ne fanno parte.
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